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romanaminerva.
- AutorePost
- 6 Marzo 2019 alle 12:20 #28301
romanaminerva
Amministratore del forumLe botteghe dei barbieri a Roma erano dei veri e propri centri culturali, i ritrovi dove si apprendevano le ultime notizie, dove si discuteva dei temi correnti della politica, dell’arte, dei fatti ed intrighi della Curia.
Il barbiere aveva una sua autorità, un suo prestigio nel rione, perché era colui che sapeva tutto, dava consigli: passava insomma per un uomo colto.
Ma oltre ai barbieri di riguardo, con tanto di salone, c’erano anche i “barbieri de la meluccia”: a piazza Montanara, a Foro Boario, a Campo Vaccino e sotto Portico d’Ottavia, nei luoghi insomma dove si radunavano i contadini che si offrivano per il “mercato delle opere” (nell’800 le “opere” erano i lavori dei campi), accanto ai muri delle case mettevano in file quattro-cinque sedie che facevano da bottega all’aperto e soprattutto a chi facevano la barbamettevano una piccola mela in bocca, per tendere le guance alla rasatura.
La meluccia doveva servire per tutti gli avventori della giornata: l’ultimo dei clienti aveva il diritto di mangiarsela e, a volte, erano botte per arrivare ultimi. Si pagava un bajocco (nome della moneta che nell’Ottocento era l’unità base dello Stato pontificio), per farsi radere una barba vecchia anche di due settimane.
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